Licenziamenti, sostenibilità e acquisizioni: tre temi che nel 2024 terranno inevitabilmente banco, mentre l'industria videoludica cambia forma e si adatta a uno scenario apparentemente non semplice. L'anno appena iniziato sarà dunque il momento della verità per questo settore?
Il brutto trend del 2023, i licenziamenti nel settore videogiochi non sembrano finiti, tanto che proprio in questi primi giorni del nuovo anno sono arrivati ulteriori annunci relativi a chiusure, cancellazioni e allontanamenti, e dubitiamo saranno gli ultimi.
Si trattasse semplicemente di un riequilibrio dopo i numeri drogati del periodo pandemico, che hanno spinto le aziende ad assumere in massa per far fronte a una domanda improvvisamente aumentata, sarebbe anche normale; ma davvero è tutta lì la questione?
In passato abbiamo avuto esempi drammatici di come l'improvviso fallimento di una realtà consolidata possa trascinare con sé l'intero mercato, innescando crisi profonde che superano i limiti territoriali, generando ripercussioni a livello internazionale.
Le sciagurate scelte compiute negli ultimi mesi da Embracer Group magari non sono abbastanza per imprimere questo terribile input al mercato videoludico nella sua interezza, ma si tratta senz'altro di un fattore da tenere in considerazione.
Perché è chiaro che quando circolano voci su possibili licenziamenti in Insomniac Games, uno dei team di sviluppo first party di maggior successo e talento nell'attuale panorama mondiale, significa che gli equilibri che abbiamo percepito finora sono in realtà più fragili di quanto potessimo immaginare.
Il ruolo di Microsoft
È chiaro ed evidente che a incidere sullo stato delle cose sia stata anche Microsoft, che negli ultimi anni ha portato avanti una politica di acquisizioni molto aggressiva sfruttando le proprie sconfinate risorse economiche.
Contestualmente la casa di Redmond ha introdotto con Xbox Game Pass un modello sulla cui sostenibilità molti addetti ai lavori ancora nutrono forti dubbi, ma che appare ormai consolidato e a cui anche i competitor dovranno loro malgrado adeguarsi.
In questa situazione Sony ha cercato di difendere con le unghie e con i denti il concetto di giochi premium, degli investimenti connessi e di un approccio al mercato magari superato ma che ancora garantisce le entrate necessarie perché sugli scaffali dei negozi arrivino prodotti di grande qualità e sostanza.
Inevitabilmente, nel 2024 tutti questi nodi verranno al pettine: gli sforzi di Microsoft dovranno produrre concreti risultati in termini di abbonamenti, mentre Sony dovrà trovare un modo per far quadrare i conti che non sia impiegare tutte le proprie risorse sui live service.
E Nintendo? Be'... dovrà semplicemente continuare a fare quello che sta facendo. Nella speranza che le scelte compiute dai grandi protagonisti dell'industria videoludica siano giuste e oculate, anche e soprattutto per i loro dipendenti.
Voi che ne pensate? Parliamone.