La mitologia norrena ci chiama nuovamente a raccolta, questa volta per portarci alla scoperta di Freya, la dea della seduzione e della bellezza di God of War, una divinità dalle mille sfaccettature e dalle origini incerte. In attesa di vederla tornare più furiosa che mai in God of War Ragnarok, andiamo a vedere come Santa Monica Studio ha adattato questo personaggio al suo universo narrativo.
Le origini evemeristiche
Diverse linee teoriche si sono soffermate sul possibile legame che unisce storia e mitologia. Non sembra eccessivamente remota la possibilità che da un evento o da una personalità carismatica e conosciuta si sia arrivati, con il passare di anni (se non secoli), a una mitizzazione di tali figure e avvenimenti.
Di conseguenza, in molti hanno guardato alla mitologia norrena sotto un'ottica storica, andando a ritrovare collegamenti tra le divinità e i popoli che hanno calpestato il suolo europeo in tempi antichi.
Uno dei principali territori d'analisi della visione evemeristica sono le guerre tra Æsir e Vanir, due pantheon agli antipodi che, alla fine del secondo conflitto, sono confluiti in un unico gruppo di divinità.
Alcuni studiosi sostengono che questo scontro mitologico sia scaturito da un effettivo incontro tra due clan differenti. Idea ricorrente è che i Vanir rappresentino un popolo scandinavo molto antico, dedito alla venerazione del mondo naturale (non a caso i Vanir sono principalmente associati alla fertilità, all'amore e alla bellezza), mentre gli Æsir siano nient'altro che un gruppo di "invasori" belligeranti provenienti da Est, forse dall'Asia mediorientale: Snorri Sturluson, rinomato studioso della mitologia norrena, nonché autore dell'Edda in prosa, una delle pochissime fonti dalle quali possiamo attingere per analizzare questi miti, ha identificato Asgard, la dimora degli dei, in Troia. Una teoria fa perfino risalire Thor alla stirpe di re Priamo. La scarsa presenza delle divinità Vanir al di fuori della penisola scandinava avvalora la tesi di questo incontro/scontro tra popoli.
Freya fa parte dei Vanir. Come per altre divinità dal passato incerto, il nome Freya deriva dal proto-germanico e sta a significare letteralmente "Signora" (da notare come il nome del fratello gemello, Freyr, significhi "Signore"). Quindi, è altamente probabile che, prima di diventare un teonimo, tale termine fosse utilizzato come epiteto associato a una o più divinità ormai perdute nel tempo.
Le origini mitologiche
Freya (in norreno, Freyja) è la dea della fertilità, dell'amore (soprattutto carnale), della seduzione, ma anche della guerra, della morte, dell'oro e della divinazione (associata in special modo alla magia sciamanica del seiðr, una forma di veggenza che permette di prevedere il futuro, ma anche di maledire individui attraverso malattie o, addirittura, la morte). Figlia di Njörðr e della sorella di quest'ultimo (il cui nome è ignoto), ha un fratello gemello di nome Freyr, dio dalle innumerevoli qualità (tra cui pace, fertilità e virilità). Presi in ostaggio durante la guerra tra Æsir e Vanir, i due fratelli diventano merce di scambio per l'ultimazione dei trattati di pace.
In diverse fonti viene sottolineato come sia sposata con il poco presente Óðr, per il quale si ritrova spesso a piangere "oro rosso" e a compiere lunghi viaggi alla sua ricerca, ma in diverse occasioni è indicata come una delle concubine di Odino (forse questi legami si sono susseguiti in tempi differenti, ma non era rara la poligamia all'interno della cultura norrena).
Proprio questa incertezza ha portato più di qualcuno a domandarsi se in realtà Freya e Frigg (moglie di Odino nella tradizione norrena) non fossero la stessa entità divina, magari scissasi con il tempo, come si suppone sia accaduto a Thor e Tyr. Alcuni l'hanno perfino associata alle valchirie, ovvero coloro che scelgono chi dei caduti in battaglia merita di sedere al fianco degli dei. Questo perché non solo metà degli uccisi vengono accolti nelle sale del suo palazzo, Sessrúmnir (situato nel vasto campo sul quale ella domina, Fólkvangr), ma anche perché è riportato come la stessa Freya scenda sul campo di battaglia e decida chi portare con sé e chi, invece, indirizzare sulla strada del Valhalla, per dimorare con Odino, proprio come farebbe una valchiria.
Freya nelle fonti mitologiche
Le informazioni riguardanti la mitologia norrena a noi pervenuteci sono poche, frammentarie e per lo più confuse. Tuttavia, Freya appare spesso negli scritti che riportano le gesta divine del pantheon germanico, rappresentando una delle figure di spicco di questi suggestivi episodi. La troviamo sia nell'Edda prosastica di Snorri, sia nell'Edda poetica (la raccolta di carmi norreni contenuta nel Codex Regius islandese), ma anche in diverse "saghe".
Nel poema Þrymskviða, Thor si sveglia non trovando il suo fidato martello. Dopo aver riferito a Loki della sciagurata scoperta, i due si dirigono da Freya, dove quest'ultimo chiede in prestito il mantello di piume della dea, che permette a chiunque lo indossi di librarsi in volo. Loki vola fino a Jötunheim, dove trova il gigante Þrymr, che gli rivela di aver nascosto il martello di Thor nelle profondità della terra e che lo restituirà solo se avrà in cambio Freya come sua sposa. Dopo aver raccontato tutto al fratellastro, i due dei tornano da Freya. Qui Thor le intima di mettere il suo abito da sposa, perché devono subito andare dal gigante a ultimare lo scambio.
Tuttavia, alla proposta di Thor, Freya diventa iraconda, facendo tremare tutte le sale del suo palazzo. Prima di creare inconvenienti sgradevoli, le divinità si riuniscono in un'assemblea, dove Heimdall suggerisce di vestire Thor da sposa, così da ingannare il gigante e riprendere il martello senza compromettere la povera Freya. Thor prova a ribattere, ma il pensiero (suggeritogli da Loki) che lo stesso gigante possa presto sedere sul trono degli dei, a causa della mancanza del portentoso Mjöllnir tra le mani del più audace dei difensori di Asgard, lo convince a seguire tale piano. Così, Thor e Loki si travestono rispettivamente da Freya e da ancella, pronti a raggiungere Jötunheim.
Qui tutto è pronto per l'arrivo della "sposa", ma alcuni dubbi iniziano a insinuarsi nella mente di Þrymr. Infatti, non si aspettava che la dea mangiasse e bevesse con tale voracità. Inoltre, si spaventa quando, scostando il velo per darle un bacio, il gigante viene fulminato dal terrificante sguardo che vi trova al di sotto. Fortunatamente, Loki riesce a calmare Þrymr, asserendo al fatto che la dea non mangiasse e non dormisse da otto giorni per l'emozione. Nonostante la prontezza di Loki, l'impeto impaziente di Thor ha la meglio quando gli viene restituito il suo martello, mandando all'aria la copertura e uccidendo tutti i giganti, compreso Þrymr.
Ora ascoltami, Loki/quel che ti dico nessuno lo sa/né sulla Terra né nel regno divino:/hanno rubato il martello al dio.
Nell'Edda in prosa, invece, una delle apparizioni più iconiche di Freya concerne un nuovo legame in matrimonio non contraccambiato. Dopo l'ultimazione del Valhalla, un misterioso costruttore giunse alla corte di Odino dichiarando di poter costruire in sole tre stagioni una fortificazione così resistente da risultare impenetrabile a qualsiasi gigante desideroso di spodestare gli attuali regnati. In cambio, pretendeva "solo" la mano di Freya, oltre alle più che ragionevoli richieste del sole e della luna. Gli dei accettarono, ma a condizione che tutto fosse completato in un inverno ed entro il primo giorno d'estate, altrimenti l'accordo sarebbe saltato. Inoltre, il costruttore doveva completare tutto da solo. Questi accettò, ma chiese se potesse almeno utilizzare il suo cavallo. Gli dei, incoraggiati da Loki, acconsentirono, convinti che si trattasse di un'impresa impossibile.
Tuttavia, a pochi giorni dall'estate, il costruttore e il suo portentoso destriero erano ormai prossimi all'ultimazione del progetto. Così gli dei si riunirono per trovare una soluzione. Giunti di comune accordo all'attribuzione della colpa a Loki, che li aveva spinti ad accettare il contratto, decisero di lasciare a quest'ultimo il compito di risolvere la situazione, altrimenti lo avrebbero brutalmente ucciso.
Allora gli dèi si sedettero sui seggi del giudizio e tennero consiglio, e ciascuno domandava all'altro chi avesse consigliato di far sposare Freya in Jötunheim o spogliare l'aria e il cielo così da togliere il sole e la luna per darli a i giganti. Ed essi furono tutti d'accordo che questo doveva aver consigliato quello che consiglia la maggior parte dei mali, Loki [...].
Spaventato dalle minacce, il dio dell'inganno si tramutò in una giumenta, così da attirare il cavallo lontano dal suo padrone e ritardare la costruzione. Arrivato alla prima mattina d'estate con la sua opera non ultimata, il costruttore si lasciò prendere dalla furia dei giganti, rivelando la sua vera identità. Infranto sia l'accordo di ultimare la fortezza in un solo inverno, sia la promessa dell'impossibilità per alcun gigante di oltrepassarla, gli dei convocarono Thor, impegnato in una guerra a oriente. Arrivato in men che non si dica, il dio del tuono abbatté la sua di furia sul gigante, spedendolo con un sol colpo a Niflhel. Per quanto riguarda Loki, dopo qualche mese, a causa del suo "comportamento" con il destriero del costruttore, partorì il leggendario cavallo a otto zampe Sleipnir.
Freya in Sörla þáttr
Troviamo una Freya più libertina nel breve racconto Sörla þáttr, risalente al XIV secolo, dove viene indicata come la preferita tra le concubine di Odino. Passando davanti una caverna abitata da alcuni nani, la dea vide quattro di essi intenti a forgiare una magnifica collana, Brísingamen. Freya offrì loro oro e argento in quantità in cambio del gioiello, ma i nani non necessitavano di ricchezze materiali. Tuttavia, erano disposti a cedere il ciondolo a patto che la dea giacesse con ognuno di loro. Non troppo felice, accettò le condizioni e passò una notte con ognuno di loro.
Loki venne a conoscenza dell'accaduto e, prontamente, andò a riferire tutto a Odino. Questi gli ordinò di recuperare la collana: un compito non facile, dato che non era possibile accedere alle stanze della dea senza il suo consenso, specialmente se lei si trovava all'interno. Seccato, Loki si diresse verso gli alloggi di Freya, che trovò chiusi. Decise, quindi, di trasformarsi in una mosca e, a fatica, riuscì a passare attraverso una piccola fessura nel timpano che sovrastava le porte. Una volta dentro, si accorse che la dea stava dormendo con il ciondolo intorno al collo. Per fare in modo di sganciarlo senza svegliarla, doveva farla girare. Così si trasformò in una pulce e le pizzicò la guancia. Freya si voltò e Loki, tornato alla sua forma umana, le tolse la collana e uscì dall'entrata principale.
Una volta sveglia, la dea si accorse che Brísingamen era scomparsa e che le porte della sua stanza non erano chiuse a chiave. Senza alcun dubbio su chi potesse averle preso la collana, si diresse da Odino, intimandogli di restituirle la collana. Lui ribatté dicendole che, dato il modo in cui l'aveva ottenuta, non l'avrebbe più riavuta indietro. Tuttavia, c'era un ma. Infatti, Odino gliel'avrebbe restituita, a patto che lei riuscisse a far lottare tra loro due re, sovrani di venti re cadauno, lanciando, inoltre, un incantesimo che riportasse in vita i caduti di entrambi gli eserciti. Lo scontro doveva essere eterno, ma l'incantesimo non avrebbe più avuto effetto se un determinato uomo cristiano avesse iniziato ad abbattere i soldati nemici. A malincuore, Freya accettò.
Freya in God of War Ragnarok
Santa Monica Studio ha seguito l'idea di una congruenza tra le figure di Freya e Frigg, facendole convergere in un unico personaggio all'interno di God of War. Chi ha giocato al primo capitolo della nuova saga norrena saprà, infatti, che la strega nel bosco di nome Freya si è rivelata essere Frigg, madre di Baldur e precedentemente moglie di Odino, nonché fu regina delle Valchirie. Costretta a sposare Odino per mettere fine alla guerra tra Æsir e Vanir, Freya decide di allontanarsi da Odino per via della sua crudeltà e del modo meschino con il quale ha usato la magia da lei insegnatagli per debellare le forze dei suoi "nemici". Furioso, il dio le strappa le ali, la bandisce a Midgard e la condanna a non poter più ferire in alcun modo qualsiasi essere vivente.
L'unica gioia per lei scaturita da questa unione è Baldur, figlio che ha sempre adorato. Dopo essere venuta a conoscenza di una profezia, che voleva il figlio destinato a morire di una morte inutile, lancia su di lui un incantesimo di protezione in grado di renderlo invulnerabile. Tuttavia, ciò lo porta a essere fisicamente insensibile a ogni cosa. Non potendo più sentire niente, Baldur supplica la madre di spezzare l'incantesimo, ma lei gli mente, dicendogli che non sa come fare. In uno scatto d'ira, il dio è in procinto di uccidere la madre, ma, non riuscendoci, decide di ripudiarla e le giura che non la perdonerà mai. Gli eventi raccontati nel gioco portano, poi, allo scontro finale tra Kratos e Baldur, che si conclude con la morte del secondo e la disperazione della madre di quest'ultimo che, nonostante fosse nuovamente in procinto di essere uccisa dal suo stesso figlio, era ancora convinta di poterlo far ragionare.
Dal trailer di God of War Ragnarok è evidente che Freya tornerà in cerca di vendetta per la morte del figlio, libera dalla sua prigionia che le impedisce di lasciare Midgard e di ferire altri esseri viventi. Siamo ansiosi di scoprire come si evolveranno gli eventi, dato che l'intrico di emozioni discordanti e la tensione che lega questi personaggi ci aveva lasciato con il fiato sospeso nel 2018. Ci auguriamo di non dover aspettare molto prima di poter mettere finalmente le mani sulla nuova avventura nella mitologia norrena secondo Santa Monica Studio.
Speriamo che questa avventura alla scoperta di Freya sia stata di vostro interesse. Cogliamo l'occasione per ricordarvi che questo non è il primo viaggio che compiamo all'interno della mitologia norrena per svelare i legami tra quest'ultima e la nuova saga di God of War. Abbiamo già esplorato le storie dietro Thor, Mímir, Angrboda, Jormungandr e Týr, oltre ad aver approfondito gli eventi del Ragnarok. Fateci sapere nei commenti cosa ne pensate e rimanete sulle nostre pagine, perché il viaggio nei meandri della mitologia norrena non è ancora giunta al termine.